Movistar, Eusebio Unzue critica il sistema a punti dell’UCI: “Non ha alcun senso, deve essere riformato”

Tra le squadre che stanno lottando per non retrocedere dal WorldTour al termine della stagione c’è anche la Movistar. Nell’ultimo aggiornamento della classifica triennale UCI, che a fine anno confermerà nella prima categoria solo i primi 18 team, la formazione spagnola si trovava infatti al 16esimo posto con poco meno di 800 punti di vantaggio sulla Lotto Soudal, la prima squadra virtualmente retrocessa. Proprio il sistema con il quale vengono attribuiti i punti, che vengono assegnati a seconda dei risultati ottenuti nelle varie gare, è finito nel mirino del general manager del team iberico, Eusebio Unzue, che critica la disparità nei punteggi dati da alcune corse.

Ad esempio, Carlos Verona (Movistar) ha ottenuto 60 punti per il successo nella settima tappa del Giro del Delfinato, corsa di livello WorldTour, mentre lo stesso giorno Oscar Riesebeek (Alpecin-Fenix) ne ha conquistati 200 per la vittoria alla Dwars door het Hageland, gara di categoria UCI 1.Pro. Per questo motivo, Unzue chiede un cambiamento nel sistema: “Il sistema a punti deve essere riformato – ha dichiarato il general manager spagnolo a Cyclingnews – Non mi sembra logico che per rimanere in prima divisione si debba andare a cercare punti in seconda e terza divisione. Prova a spiegarlo ai tifosi di altri sport. Non ha alcun senso”.

“Capisco che il sistema è stato creato con buone intenzioni, ma non è giusto – ha proseguito Unzue – Dobbiamo pensare a come renderlo più meritorio, logico, ragionevole, proporzionale alla qualità dei corridori. I punti che ottieni spesso non rendono giustizia a quello che hai fatto in gara, e questo è un altro problema. È artificioso. Dobbiamo dare valore ad altre cose”.

Per cercare di far punti per rimanere nel WorldTour, la Movistar si è ritrovata “costretta” a schierare anche Alejandro Valverde alla Mont Ventoux Denivele Challenge e alla Route d’Occitanie: “Andremo lì per correre con lui come facciamo sempre, per vincere, ma allo stesso tempo stiamo ovviamente cercando di fare punti […] È impensabile, davvero, ma questa è la situazione in cui ci troviamo […] Ci sono sei o sette di noi che devono correre per ottenere punti. È una follia. Con tutto il rispetto, penso che dovremmo correre per garantire lo spettacolo del ciclismo“, ha concluso Unzue.

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